Sarebbe bello poter essere amico di Andrea Dovizioso.
Specialmente oggi, a mondiale finito. E siccome sono certo che non si sia reso conto al 100% di ciò che ha fatto quest’anno, inizierei a raccontargli un pò di cose di sé…
Inizierei col dirgli che ha vinto sei Gran Premi, finendo otto volte sul podio ed arrivando, nel suo peggior risultato, all’8° posto in tutto il motomondiale.
Cercherei di fargli capire che ha trovato sull’altro fronte un avversario, Marc Marquez, durissimo da battere, a cui ha però sbattuto la gomma posteriore in faccia per ben due volte, all’ultima curva.
E questo, per un campione del mondo, non è bello da digerire.
Gli racconterei che ci ha creduto fino all’ultimo, all’ultima gara, all’ultima pista. Quella pista di Valencia su cui la sua Ducati proprio non sa stare. E pur sapendo che solo Marquez poteva perderla quella gara (e pensa un pò… ci stava persino riuscendo) ci ha creduto fino alla fine, fino a che c’era gomma…
Già… fin qui gli avrei detto tutte cose che lui sa…
Quello che invece Andrea non sa è che quest’anno ha raccolto più di quanto lui stesso immagina: ha portato a sé tanti appassionati di motociclismo che vogliono ancora sentirsi orgogliosi di essere italiani, persino quelli, come me, a cui nulla importa della Ducati, ma che vogliono emozionarsi davanti la gara di un grande pilota.
Infine lo ringrazierei per le emozioni vissute quest’anno e per essere un grande sportivo, prima che un grande pilota.
Sempre attento, lucido, onesto con gli avversari persino quando, sotto i riflettori, i giornalisti provano a metterti in bocca cose che “non avrei mai neppure pensato”.
E nel salutarlo gli chiederei l’unica cosa che davvero vorrei sapere da lui: se si rende conto di essere, dopo Stoner, l’unico al mondo a saper pilotare una Ducati.
L’unico.
Eh si, sarebbe bello, oggi, poter essere amico del Dovi..
Gianluca M.